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questi clandestini che circolano nelle nostre classi
Il volume, promosso dal Liceo Enrico Fermi di Milano in occasione del cinquantesimo dalla sua fondazione e curato da Donata Roma, comprende una presentazione di Giuseppe D’Arrigo preside del Liceo Fermi di Milano, una prefazione di Virginio Baio all’edizione italiana, due nuovi testi di Noelle De Smet e un’intervista raccolta da Alberto Visini e Donata Roma a Antonio Di Caccia, presidente dell’Istituto freudiano per la Clinica, la Scienza a la Terapia.
Noelle De Smet è una insegnante belga. Insegnante che “si fa insegnare”, e che intende il suo compito come un’arte. Questo diario dal fronte è la narrazione delle sue esperienze didattiche, dei successi e degli insuccessi e al contempo è una riflessione, svolta nella cornice del pensiero di Lacan, sull’insegnamento e sulla sua impossibilità.
È un gioiello singolare perché l’autrice dimostra di saper ogni volta inventare una presenza che fa leva, negli alunni, sulla loro dimensione soggettiva. Per De Smet si tratta di cogliere le parole che gli alunni dicono, anche le più sconvenienti e servirsene come trampolino per imparare, non come occasioni per punire o giudicare. Spesso si sente “raccoglitrice di polvere”, ogni qualvolta va a frugare nei cestini della spazzatura le parole scritte su pagine strappate, e si sente come la spigolatrice quando va in cerca delle frasi incise sui banchi della classe.
Questo però non la porta ad assumere in classe il semplice ruolo dell’amica, ma piuttosto a fare da “segretaria che prende nota, che fa da garante del lavoro e di una sicurezza”. Per far sì che “sia possibile”. La sua risposta è sempre nuova, ogni volta calcolata su misura, non standard: per uscire da impasse e difficoltà di ogni tipo mette poi in atto una formazione continua, lavorando intensamente, tenendo una “posizione” che è quella di stare accanto ad ogni allievo, di stare alla sua porta, aspettando che egli stesso la apra, senza forzarla. Questo “altro discorso” aiuta Noelle ad agire, pensare, essere altrimenti… e a comprendere la sua pratica singolare. Singolare e coraggiosa.